Home Cronaca Confermata dalla Cassazione la condanna per l’ex deputato Pd, Fracantonio Genovese

Confermata dalla Cassazione la condanna per l’ex deputato Pd, Fracantonio Genovese

by Rosario Sorace

E’ stato il primo segretario regionale del Partito democratico, Francantonio Genovese, potente esponente di una famiglia dai trascorsi democristiani che ha svolto un rilevante ruolo nella politica regionale e, adesso, la Corte di Cassazione ha confermato la condanna per l’ex deputato Pd, passato poi a Forza Italia.

La vicenda giudiziaria è iniziata nel 2014 quando Genovese venne arrestato con accuse gravi e pesanti. La Cassazione conclude il lungo iter giudiziario ponendo la parola fine con la definitiva condanna a 6 anni e 8 mesi per tentata estorsione, associazione a delinquere e due reati tributari.

Viene accolto anche il ricorso della procura generale, guidata da Vincenzo Barbaro, per l’assoluzione dall’accusa di riciclaggio.

Francantonio Genovese ha ricoperto ruoli di primo piano nella provincia di Messina, oltre ad essere stato deputato del Pd, è stato anche sindaco del città capoluogo, godendo sempre di larghi consensi elettorali anche in virtù del controllo della formazione professionale regionale tramite società riconducibili al suo nome. E proprio in tale comparto è stato coinvolto in uno scandalo sull’utilizzo delle risorse per la formazione professionale in Sicilia.

Dunque diventa definitiva la condanna già comminata in Appello per tentata estorsione ai danni dell’allora dirigente regionale alla Formazione Ludovico Albert, per due episodi di reati tributari, mentre per il reato di riciclaggio, su cui la Corte d’Appello non si era pronunciata escludendolo dai reati commessi mentre, con questa sentenza della Cassazione, si dispone un nuovo processo a Reggio Calabria.

La procura della repubblica di Messina aveva formulato una richiesta d’arresto per il parlamentare dem, firmata a suo tempo da Sebastiano Ardita, che all’epoca dei fatti era procuratore aggiunto a Messina, mentre oggi è componente togato del Csm. Ardita ha condotto l’inchiesta sulla Formazione, insieme ai sostituti Antonio Carchietti e Fabrizio Monaco.

La Camera dei deputati votò favorevolmente sull’autorizzazione a procedere e così al termine della votazione Genovese ritornò in Sicilia facendosi arrestare dalla polizia il 15 maggio.

Rimase pochi giorni in carcere ma poi vi ritornò dopo il ricorso della procura, restandoci per 10 mesi, per poi essere assegnato agli arresti domiciliari per altri 4 mesi.

Dopo il periodo detentivo nel novembre del 2015, decideva di passare nel gruppo di Forza Italia che lasciava nel luglio del 2019.

Quindi Genovese ha dismesso di svolgere l’attività politica in prima persona delegandola al figlio Luigi e trasferendogli gran parte del suo consenso elettorale.

Così Genovese junior è stato eletto nel novembre del 2017 a soli 21 anni risultando il più giovane consigliere regionale con 17463 preferenze. Questi consensi equivalevano quasi a quelli incassati (19 mila preferenze) dal padre nel 2012.

Il processo in primo grado aveva avuto l’esito di una condanna a 11 anni dopo due anni di dibattimento in cui si erano presentati in qualità di testimoni personaggi di primo piano della politica quali l’ex ministro per la Coesione economica, Fabrizio Barca, l’ex governatore Rosario Crocetta e l’ex dirigente Ludovico Albert, che lo accusava di tentata estorsione.

In seguito a quest’ultimo, durante il processo di primo grado, Albert aveva testimoniato dichiarando di avere ricevuto delle pressioni da Genovese, alle quali si era opposto e “di fronte alle sue resistenze di assecondare la richiesta di intervenire sulla graduatoria in favore della Training Service, gli disse: ‘ti dovremo attaccare a 360 gradi‘”, proprio in questa ultima frase si possono leggere nelle motivazioni di condanna di primo grado, che sono state scritte dai giudici della prima sezione penale di Messina.

Tale accuse, secondo quanto scritto dai magistrati hanno “trovato pieno riscontro nelle dichiarazioni rese dall’imputato Salvatore La Macchia”, che ha “confermato integralmente”.

Nella sentenza della Corte D’Appello è stata ridotta la condanna a 6 anni e otto mesi e lo stesso Genovese è stato assolto dalle accuse di riciclaggio e auto-riciclaggio, mentre risultano caduti in prescrizione alcuni capi d’imputazione per reati fiscali e truffa.

Pertanto la Cassazione ha confermato la sentenza di cinque anni per tentata estorsione, un anno per associazione a delinquere e 6 mesi per due reati tributari e nel contempo ha accolto il ricorso della procura generale di Messina, guidata da Vincenzo Barbaro, per l’assoluzione dall’accusa di riciclaggio.

In questo stesso processo era coinvolto anche il cognato, Franco Rinaldi, anch’esso ex consigliere regionale per il Pd e la Cassazione ha deciso per l’annullamento senza rinvio per il reato associativo, per prescrizione, mentre è stata confermata la condanna per i reati tributari a due anni e sei mesi.

Il commento del difensore di Genovese, Nino Favazzo è stato di critica e delusione: “Un epilogo inaccettabile quello che vede Genovese condannato ad una pena severissima per un delitto che non ha certamente commesso: il tentativo di estorsione ai danni di Ludovico Albert – ha detto Favazzo -. Sì perché, il processo alla formazione, per il principale dei suoi protagonisti, si è ridotto ad una condanna per un reato odioso ma insussistente, nonostante le due pronunce di merito, oggi confermate, abbiano ritenuto il contrario. Per il resto, non mi meraviglia la dichiarazione a tappeto di inammissibilità dei ricorsi, perché quasi tutti i reati per cui vi è stata condanna, anche il tentativo di estorsione, in caso di loro ammissibilità, avrebbero dovuto essere dichiarati prescritti, così come è avvenuto per il ricorso di Franco Rinaldi. In questo caso, infatti, l’accoglimento del motivo ha comportato l’annullamento senza rinvio per il delitto dì associazione a delinquere per cui vi era stata condanna in secondo grado”.

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