Di Stefano Zaffino
In questo momento circa metà della popolazione mondiale è impegnata nella lotta al Coronavirus ma scienza e politica si stanno interrogando su come sarà il futuro della Terra.
Mentre negli ospedali, i medici e infermieri sono a lavoro per svuotare i pronto soccorso e i reparti, il mondo scientifico e della governance sono alla ricerca di soluzioni per il dopo-virus in attesa del vaccino.
In alcune parti del mondo è già iniziata la Fase 2 quella che prevede la riapertura di alcune attività produttive e scuole con il rispetto della social distancing e dell’utilizzo dei DPI.
Ma sarà per sempre così? In Italia, proprio qualche ora fa, è stata firmato il contratto per la prima app per il tracciamento che si chiamerà “Immuni”, essa permetterà attraverso la tecnologia Bluetooth di rilevare il contatto tra persone a rischio virus.
Quindi il futuro sarà tecnologico? Nel frattempo sarà importante il rispetto della distanza sociale e dell’utilizzo di mascherine e guanti, poi la tecnologia sicuramente farà la sua parte perché renderà tutto più agevole. Ma il mondo di domani sarà certamente diverso e per renderlo migliore di oggi sarà importante ricostruirlo.
Quando l’inverno sarà passato dovremo riabituarci ad una primavera di rinascita. Quasi fosse un secondo Rinascimento quello che tra la metà del XIV secolo e il XVI secolo ha reso l’Italia un punto di riferimento nel mondo.
Forse non avremo in campo artistico Botticelli o da Vinci e in campo letterario Machiavelli o Ariosto ma il futuro sarà il successo dell’intera comunità.
Il successo di chi ha sopportato turni estenuanti in un reparto di ospedale, di chi ha lottato tra la vita e la morte, di chi è stato impegnato nella tutela del cittadino, di chi è rimasto a casa e e di chi non è riuscito a sopravvivere.