C’è un’inchiesta che scotta e rischia di disonorare il corpo degli Agenti di Polizia Penitenziaria, da sempre in prima linea nel servire lo Stato con fedeltà e sacrifici. Si tratta di una vicenda esplosa nel settembre dell’anno scorso in cui si venne ad apprendere dell’esistenza di video che riportavano in dettagli abusi e violenze commessi nel carcere di Santa Maria Capua Vetere da parte di appartenenti al corpo degli Agenti di custodia.
Ora il Gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta della procura dello stesso Comune, ha emesso 52 misure cautelari nei confronti degli agenti che si sarebbero resi responsabili di questi atti vergognosi. In particolare si rende noto nell’inchiesta che il 6 aprile, nel carcere Francesco Uccella di Santa Maria Capua Vetere, un nutrito gruppo di agenti penitenziari, che provenivano da altri istituti di pena, avrebbe picchiato brutalmente i detenuti.
Un’inchiesta quindi clamorosa sulla polizia penitenziaria di Santa Maria Capua Vetere che non ha precedenti in quel carcere e, adesso, è in corso un’operazione dei carabinieri di Caserta per assicurare alla giustizia i responsabili. Su tali fatti gravi erano intervenuti anche i vertici del Dap che in un primo momento ha cercato di sottovalutare la portata e la gravità degli episodi.
Tuttavia si è rivelato dai video delle schiene sfregiate, detenuti in ginocchio, contusioni e con un apice di violenza che è stato raggiunto proprio il 6 aprile quando come ha riferito un detenuto, “…ci hanno distrutti…”, e quando in quella tragica è avvenuto il pestaggio ai danni di dieci detenuti da parte di un contingente speciale composto da circa trecento poliziotti penitenziari.
Vi sono state le prime denunce in giugno detenuti a cui sono seguite le repliche del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Su questa vicenda non è stato possibile far calare un muro di silenzio e adesso l’11 giugno è stata ordinata la perquisizione nei confronti di 57 agenti della polizia penitenziaria.
In quell’occasione, le reazioni strumentali della politica non si sono fatte attendere. E, come sempre, Matteo Salvini è stato in prima linea con le sue dichiarazioni di fuoco: “Non si possono trattare come delinquenti i servitori dello stato, indegnamente indagati, visto che le rivolte non le tranquillizzi con le margherite, pistole elettriche e videosorveglianza prima di arrivare e meglio è, oggi è una giornata di lutto”.
Cosa dirà adesso il leader della Lega dopo che più di 50 agenti della polizia penitenziaria sono stati raggiunti da misure cautelari?