Home Attualità “Catania: note critiche su Cittadella giudiziaria “fronte mare”

“Catania: note critiche su Cittadella giudiziaria “fronte mare”

by Rosario Sorace

A Catania la fantasia corre sulle ali di progetti avveniristici e moderni che, però, mostrano spesso il segno della confusione e dell’approssimazione portando con sé pesanti problematiche ed evidenti limiti nell’ambito dell’assetto urbanistico della città.

Un esempio piuttosto lampante è la realizzazione dei nuovi Uffici Giudiziari di viale Africa che nasceranno  “fronte mare”, progettati e da costruire per supplire alla carenza e all’insufficienza di strutture giudiziarie.

Parecchi sono stati i dubbi sulla realizzazione di quest’opera ,sicuramente necessaria ,che adesso ,comunque, sorgerà in una parte della città con forte densità abitativa e con un intenso traffico veicolare,nevralgica area di snodo a ridosso del mare e via di fuga ad est della vita cittadina, tra l’altro con la presenza di altre strutture adiacenti assai frequentate (leggasi stazione ferroviaria e centro fieristico).

Infatti è apparso a molti quanto mai discutibile e poco opportuno collocare questa nuova opera pubblica in una parte della città innanzitutto per l’intasamento che verrebbe a creare nel traffico veicolare cittadino, già di per sé oggi assai caotico con una calca davvero inverosimile nelle ore di punta.

Tuttavia tutte le critiche mosse sono rimaste inascoltate e nonostante i dubbi espressi in varie modalità nessuno ha pensato ad aprire un confronto con la Città.

Risulta che c’è stato più di qualcuno ,anche da parte di chi ho voluto quest’opera che ha osservato, come la realizzazione di tale progetto non riuscirà a contenere tutte le esigenze e i bisogni logistici della “comunità giudiziaria”, oltre che rappresentare un nocumento collettivo per l’area prescelta.

In poche parole gli esperti hanno sostenuto che potrebbe essere un’opera persino sottodimensionata. In origine la struttura era pensata in modo da raggruppare in un’unica sede gli uffici attualmente sparsi per la città e ospitati in locali assolutamente non idonei persino a rischio con qualche crollo pericoloso avvenuto recentemente nello storico Palazzo di Piazza Giovanni Verga.

Inoltre era urgente dotarsi di un’opera che potesse ridurre gli oneri di affitti milionari di qualche ufficio giudiziario decentrato e ,nonostante ciò, l’obiettivo sembra non sarà centrato in quanto gli spazi della struttura prevista ad oggi sembrano assolutamente insufficienti.

Dal bando di progettazione si evince che tale opera è pensata per contenere un numero di personale da ospitare all’interno pari a 488 unità, per le varie attività lavorative all’interno dell’edificio, magistrati, cancellieri, altro personale amministrativo e via discorrendo.

A cominciare dai giudici probabilmente non avranno sicuramente una stanza per ciascuno, mentre saranno costretti a condividerla con uno o anche due colleghi. Le stanze ,poi, saranno della grandezza di un vano variabile da 20 a 25 mq.

Mentre per gli avvocati è prevista solo un’aula di circa 60 mq, che corrisponde grosso modo all’equivalente di un alloggio di nemmeno tre vani.

Gli altri utenti esterni, dicasi periti e consulenti tecnici, testimoni, parti in causa, terzi dovranno restare all’esterno o su scale e corridoi come ,peraltro, avviene nel Palazzo di Piazza Verga, e non parliamo della biblioteca che avrà la grandezza di circa 40 mq.

Per i parcheggi sono espressamente dimensionati e sono previsti solo per il personale dipendente e tutto ciò pone problemi non indifferenti per gli utenti esterni.

Quindi tutti coloro che verranno dall’area circostante alla città e, per la Corte d’Appello anche da Ragusa e Siracusa, dovranno arrangiarsi nei dintorni in un’area in cui anche oggi è problematico trovare un posto.

Vi sono state poche proteste e pochi interventi nel merito dell’opera e sembra proprio che il Palazzo di Giustizia che dovrebbe essere completato secondo le previsioni, forse assai ottimistiche, “entro l’autunno del 2024”.

Le uniche associazioni che hanno levato un grido di protesta sono state ArgoCatania, CittàInsieme, Sunia e Borgo Marinaro di Ognina.

Dunque sono state poche le voci critiche nel deserto di un Città quasi indifferente a tutto quello che accade e, soprattutto,a quello che si decide.

I vertici giudiziari hanno manifestato a più riprese soddisfazione per la nuova Cittadella della Giustizia anche se non hanno potuto nascondere che non saranno completamente risolti i problemi legati all’attuale inadeguatezza degli uffici attuali e, anzi, alcuni di essi non saranno allocati in viale Africa bensì resteranno nei soliti angusti e inadeguati locali.

Le istituzioni ritengono, e questa è una storia vecchia e risaputa, che la comunità cittadina è valutata come un’entità passiva a cui comunicare scelte già fatte.

L’importante forse era accontentare le esigenze logistiche della “borghesia giudiziaria” catanese e non  la comunità dei cittadini che usufruiscono di un servizio pubblico.

Non vi è stato mai nessun dibattito aperto preventivo per la realizzazione del nuovo palazzo di giustizia e neanche i Consigli Comunali passati sono stati coinvolti come peraltro si doveva.

Per carità mai fare domande scomode si rischia l’ostracismo perpetuo oppure di essere ritenuto nella migliore dell’ipotesi un utopista rompiscatole che vaneggia.

C’è chi è stato anche preso per pazzo, avendo proposto di costruire il nuovo Palazzo di Giustizia a Librino, enorme e popoloso quartiere fortemente degradato e da sempre abbandonato dai pubblici poteri che meriterebbe grande attenzione,mentre invece vi sono state tante promesse e illusioni.

Eppure sarebbe stato un segnale di grande impatto sociale costruire lì il nuovo edificio della giustizia per ridare vitalità e credibilità alla presenza dello Stato.

Tutte domande a cui nessuno ha dato risposte convincenti; il classico atteggiamento che preclude ogni critica indigesta.

Quindi, molto meglio chiudere la partita e avere una Cittadella giudiziaria fronte mare; magari per i prossimi imputati lettino e ombrellone saranno inclusi nel pacchetto.

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