Bernie Sanders si ritira dalla campagna elettorale per le primarie del Partito Democratico e l’incubo di Trump di fronteggiarsi con Joe Biden, ex vice presidente, diventa realtà. Mesi girovagando tra nord e sud, ovest ed est per raccogliere più voti possibili. 7,7 milioni i voti ottenuti fin qui (il 30% circa). Un annuncio arrivato dopo la sconfitta in South Carolina dove il socialista dem ha preso coscienza che la sua partita doveva terminare lì. La partita, cari lettori, ma non la battaglia, soprattutto quella ideologica, che invece è stata vinta. Sanders si dice profondamente soddisfatto del lavoro fin qui svolto e che anzi le sue proposte per un sistema sanitario universale (Medicare for All) e l’aumento del salario minimo orario a 15 dollari, negli ultimi anni sono state apprezzate da un numero sempre maggiore di cittadini statunitensi. Numero che però non è bastato. Joe Biden si porta a casa 10 milioni di voti (circa il 40% dei consensi), ma soprattutto una parte di elettorato troppo fondamentale per il Partito Democratico, gli afroamericani, che fanno parte di quella categoria di persone con le maggiori difficoltà economiche e sociali. Inoltre Sanders non ha trovato dalla sua il sostegno della classe operaia bianca del Midwest che ha votato in maggioranza per Biden (essendo lui a voler portare alle primarie un nuovo elettorato composto da persone che vivono nelle zone suburbane del paese, con un particolare riguardo alle donne).
Un sogno sfumato per la seconda volta. La prima nel 2016, quando sempre alle primarie dem era stato sconfitto da Hillary Clinton, ex first Lady e moglie di Bill Clinton, 42° presidente degli Stati Uniti d’America. Questa volta ha dovuto fare un passo di lato (badate bene e non indietro) per far continuare il vice presidente Joe. Un passo di lato perché in realtà Sanders ha annunciato tecnicamente solo la “sospensione” della sua candidatura. Cosa vuol dire!? Che comunque, nonostante il ritiro, il suo comitato elettorale resterà aperto e funzionante per pagare dipendenti e fornitori.
.L’obiettivo di Sanders è battere Donald Trump. Per questo sosterrà e lavorerà insieme a Biden: “È una persona perbene ed è una persona con cui lavorerò. Insieme sconfiggeremo Donald Trump”. Ci tiene, questo piccolo ma agguerrito socialista dem, perché il suo nome rimanga sulle schede elettorali dei prossimi stati in cui si voterà, allo scopo di non essere escluso dalla distribuzione dei delegati. Avere più delegati gli permetterà infatti di avere più voce in capitolo nei lavori preparatori alla convention prevista per quest’estate a Milwaukee, in Wisconsin.
Un annuncio fatto prima al suo staff dove si è detto “fiero delle nostre conquiste. Quattro anni fa nessuno parlava di stipendio minimo garantito, sanità per tutti e spese universitarie gratuite. Ora sono entrate nel programma di molti”. Poi, con un video messaggio della durata di circa 21 minuti, trasmesso dalla sua casa di Burlington in Vermont, si è rivolto direttamente ai suoi sostenitori e ai tanti fan aumentati in maniera esponenziale: “È una scelta dolorosa. Ma se la campagna è finita, il movimento vive ancora”.
Sanders è la dimostrazione che non si deve mai mollare. Al contrario, si deve combattere fino allo strenuo delle proprie forze. Ha vinto nel New Hampshire e nel Nevada. Ha resistito al Super Tuesday nonostante tutti gli altri avessero mollato permettendo di fatto a Biden di vincere. Cosa conquistò Sanders in quella occasione? Bè la California e un numero elevato di delegati. Questo lo incitò a continuare fino all’amara sconfitta nel Michigan, in Florida, nell’Illinois e in Arizona. A quel punto dovette ammettere la troppa disparità di voti. E così il discorso. Un messaggio commovente intravisto dagli stessi occhi dello stesso socialista che da vero uomo e da grande politico ha fatto un passo di lato e mai indietro per lasciare spazio a Joe Biden che dovrà vedersela con Trump ancora molto amato e apprezzato, il cui consenso popolare sembra essere aumentato in concomitanza della gestione Coronavirus.
Chissà se sarà Biden il 46° presidente degli Stati uniti d’America. Dovremmo attendere novembre per sapere se Donald continuerà la sua seconda corsa oppure dovrà lasciare lo studio ovale e con esso la Casa Bianca. Quello che al momento però possiamo dire con certezza è che Bernie Sanders è stato il vero vincitore di questa tornata elettorale americana e sapete cosa vi dico? Sentiremo parlare di lui ancora per molto, molto tempo.