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Avanti Greta Thunberg, convincili tutti

by Romano Franco

In occasione della sua partecipazione all’evento “Youth4 Climate: Driving Ambition”, il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha incontrato oggi a Milano, alle ore 9.30, le attiviste ambientali Greta Thunberg, Vanessa Nakate e Martina Comparelli. L’evento sarà l’ultima riunione ministeriale prima della Cop 26 che si terrà in Scozia, dal primo al 12 novembre.

La richiesta fatta dalle tre attiviste ambientali ai governi è di chiudere tutte le industrie alimentate da fonti di energia fossili.

L’attivista svedese ha criticato gli sforzi dei politici per affrontare il cambiamento climatico definendoli “30 anni di bla, bla, bla”.

Ma nonostante la presa in giro, i ministri affermano che si stanno compiendo progressi su una serie di questioni.

L’incontro nella capitale finanziaria d’Italia, Milano, dura fino a sabato. All’inizio di questa settimana Greta Thunberg ha criticato aspramente gli sforzi dei leader politici in un vertice sul clima giovanile.

È stata una dei 400 giovani venuti a Milano per ricevere una risposta al rapporto sull’aumento delle temperature che è stato presentato oggi.

I funzionari ritengono che, nonostante le critiche sulla lentezza dei progressi, le ruote stiano iniziando a muoversi su diversi fronti.

La scorsa settimana all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, gli annunci di Cina e Stati Uniti sul carbone e sui finanziamenti per il clima hanno contribuito a migliorare le prospettive per la prossima conferenza delle Nazioni Unite.

Uno dei grandi problemi che frenano il progresso è la questione del denaro. Nonostante le nuove importanti promesse, le nazioni ricche sono ancora di circa 20 miliardi di dollari in meno dei 100 miliardi di dollari promessi a lungo all’anno che dovrebbero aiutare i paesi più poveri a far fronte all’aumento delle temperature.

“Non è ridicolo che nel bel mezzo di un’economia di risposta alle emergenze da trilioni di dollari che stiamo vedendo in questo momento, stiamo mercanteggiando per un prezzo di 20 miliardi di dollari per liberare essenzialmente centinaia di miliardi di dollari, se non trilioni di dollari di investimenti nei paesi in via di sviluppo”, ha affermato il capo dell’UNDP Achim Steiner.

Il signor Steiner è un alto dirigente delle Nazioni Unite ed è stato un attento osservatore del processo dei colloqui sul clima per molti anni.

“Il tempo sta finendo e non riusciamo a trovare un modo per finanziarlo? Non è accettabile”, ha detto Steiner.

Mentre i ministri cercheranno di fare progressi in materia di contanti e altre questioni in sospeso, saranno rincuorati da nuove ricerche che mostrano che la soglia di temperatura di 1,5 °C può essere tenuta in vista a un costo relativamente basso nel prossimo decennio.

“La soglia di 1,5°C è assolutamente tecnologicamente possibile a costi che l’economia globale potrebbe facilmente assorbire”, ha affermato Adair Turner, presidente della Commissione per le transizioni energetiche.

“Conosciamo ampiamente le categorie di ciò che è possibile. Abbiamo fornito, pensiamo, una solida quantificazione di ciò che è possibile. E ci sono iniziative specifiche che potrebbero essere prese in aggiunta ai piani di riduzione del carbonio del paese, che ci porterebbero lì. E ne abbiamo bisogno perché il tempo sta per scadere”.

I leader rispondono alla Thunberg

Dopo la pesante critica fatta dall’attivista svedese ai governi accusati di aver detto e fatto solo “bla-bla-bla”, i leader come Draghi rispondono alla Thunberg e a tutti i ragazzi che si stanno battendo per avere un pianeta più pulito e prospero. “Siamo consapevoli che dobbiamo fare di più, molto di più – dice Draghi – questo sarà l’obiettivo del Vertice a Roma che si terrà alla fine di ottobre. A livello di G20, vogliamo prendere un impegno per quanto riguarda l’obiettivo di contenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5 gradi. E vogliamo sviluppare strategie di lungo periodo che siano coerenti con questo obiettivo”.

“La pandemia ed i cambiamenti climatici hanno contribuito a spingere quasi 100 milioni persone in povertà estrema, portando il totale a 730 milioni. La crisi climatica, la crisi sanitaria e quella alimentare sono strettamente correlate. Per affrontare tutte queste crisi,dobbiamo agire più velocemente e con più efficacia.”, osserva Draghi.

“Questa generazione, la vostra generazione, è la più minacciata dai cambiamenti climatici. Avete ragione a chiedere una responsabilizzazione, a chiedere un cambiamento. La transizione ecologica non è una scelta – è una necessità. Abbiamo solo due possibilità. O affrontiamo adesso i costi di questa transizione. O agiamo dopo – il che vorrebbe dire pagare il prezzo molto più alto di un disastro climatico”, dice il premier.

“L’Italia ha stanziato il 40% delle risorse nel nostro Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per la transizione ecologica. Il nostro obiettivo è quello di aumentare la quota dei rinnovabili nel nostro mix energetico,rendere più sostenibile la mobilità, migliorare l’efficienza energetica dei nostri edifici e proteggere la biodiversità”, ha proseguito il premier.

A far eco al presidente del Consiglio interviene anche il primo Ministro britannico, Boris Johnson. “I giovani di tutto il mondo – dice Johnson – stanno già pagando il prezzo per le azioni sconsiderate dei più grandi. C’è ancora giusto il tempo per fermaci”, ha aggiunto il premier britannico.

Di sicuro l’accusa pesante fatta ai governi è giusta e merita visibilità, ma la cosa che si ignora in tutta la vicenda è che, una transizione ecologica come si deve, e cioè, che conceda la fruibilità di elettricità a tutti, non è un’operazione che i soli governi possono mettere in atto.

C’è bisogno dell’aiuto di tutti e, soprattutto, dei ricchi e potenti della terra; non solo degli sceicchi e petrolieri che, nel primo caso, andrebbero a perdere gran parte delle loro entrate nazionali con la transizione ecologica. Per questo, proprio a loro per primi, si richiede una grande rinuncia e un grande sacrificio, visto che per anni hanno beneficiato dei proventi fatti col sangue della madre terra.

Inoltre, c’è da considerare che l’elettricità è un bene di prima necessità indispensabile per una serie di servizi e non può essere in alcun modo negata a nessuno, ma, una trasformazione di tutta l’industria energetica, oltre ad esigere una buona volontà, che per alcuni deve essere fuori dal comune e deve essere colma di abnegazione, richiede anche un investimento che i soli governi non si possono permettere.

Ecco perché, se davvero si vuole effettuare una transizione ecologica, bisogna far ragionare tutti, non basta solo qualche leader. Avanti Greta Thunberg, convincili tutti.

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