Sono scattate sedici misure cautelari, di cui una destinata alla sindaca di Sabaudia, che è ai domiciliari.
E’ questo il bilancio dell’operazione condotta dai Carabinieri del comando provinciale di Latina.
Nell’indagine sono coinvolti amministratori, funzionari pubblici e imprenditori. Le accuse sono corruzione, peculato e falso ideologico.
La sindaca di Sabaudia, Giada Gervasi è indagata per 11 episodi di turbativa d’asta e uno di corruzione.
Sono coinvolti nell’inchiesta anche l’ex direttore del parco nazionale del Circeo e alcuni Carabinieri forestali di Sabaudia.
Anche i militari forestali di Sabaudia vengono chiamati in causa dalla procura di Latina per le accuse di falsa attestazione della necessità, per presunti motivi di incolumità e sicurezza pubblica, di interventi per il taglio degli alberi, al fine di favorire ditte compiacenti alle quali venivano affidati i lavori.
Secondo una nota diffusa dal procuratore di Latina, Giuseppe De Falco, le quarantacinque attività balneari sul lido di Sabaudia avrebbero usufruito di favoritismi e privilegi all’interno del Comune di Sabaudia.
“Alcuni dipendenti pubblici sarebbero, in concreto, i titolari di alcuni stabilimenti e chioschi oggetto di favoritismi”, dicono gli inquirenti.
“L’attività di indagine ha consentito di mettere in luce l’esistenza di un consolidato e produttivo apparato clientelare tra i dipendenti del Comune di Sabaudia e una serie di imprenditori privati. Al vertice di tale sistema criminoso si colloca proprio la sindaca Giada Gervasi attorniata da soggetti che ricoprono anch’essi posizioni apicali all’interno della giunta comunale, quali assessori, dirigenti e consiglieri”, dice l’ordinanza.
“I fatti contestati agli indagati, perlopiù turbativa d’asta, reati di falso e corruzione, e le loro modalità di realizzazione – scrive ancora il gip – manifestano una spiccata inclinazione a delinquere degli stessi. L’affermazione trova riscontro se si considera, in particolare, la spregiudicatezza, la disinvoltura e la dimestichezza con la quale dipendenti comunali e gli altri pubblici ufficiali indagati abbiano sfruttato le rispettive posizioni al fine di dare vita ad un sistema di mercificazione della ‘res publica‘ che, verosimilmente, perdura da anni all’interno del Comune di Sabaudia”.
La sindaca, inoltre, “grazie al suo ruolo istituzionale, si è mostrata una abile dissimulatrice dei fatti e spregiudicata nel portare a termine i reati per fini politici“.