Grande affermazione nella Regione di Madrid del Partito Popolare che ha rafforzato la sua posizione con l’affermazione di Isabel Díaz Ayuso. Appena due mesi fa, Ciudadanos si sfilò dall’alleanza con il Pp e si unì in coalizione con il Partito Socialista (Psoe).
Allora la Ayuso decise di sciogliere la Camera e indire elezioni per evitare che tutto ciò potesse avvenire nella sua comunità autonoma. Quella che sembrava una scelta incauta si è rivelata invece perfetta per consolidare la sua forza e la leader del Pp si riconferma alla guida della regione con un clamoroso 45%, ad appena soli cinque seggi dalla maggioranza assoluta.
Cosicché, per ottenerla, occorrerebbe l’astensione di Vox, mentre questo risultato ha prodotto un primo effetto con l’annuncio di Pablo Iglesias, leader di Unidas Podemos, che ha dichiarato di lasciare la politica. “Ha vinto la libertà”, ha affermato Ayuso, che starà al governo della Regione sino al 2023 e che dopo appena due anni ha raddoppiato i suoi consensi detronizzando dallo scenario politico Ciudadanos, che ormai è sotto la soglia di sbarramento del 5%.
La “presidentessa” è molto popolare e amata dalla gente che soltanto con i voti del Pp supera i consensi elettorali dell’intero fronte della sinistra. Per tali motivi, Iglesias ha deciso di abbandonare, nonostante Podemos sia andata meglio delle scorse elezioni.
Prima si era dimesso dal ruolo da vicepremier e ha nominato come suo successore Yolanda Díaz, ministra del Lavoro che dovrebbe essere la futura candidata alla Moncloa. Il grande successo della Ayuso non è stato limitato neanche dalla scelta di svolgere le elezioni regionali durante la settimana fatto che non avveniva dal 1987 e dovuto anche alla pandemia.
Nonostante ciò il 76% degli elettori aventi diritto si è recato alle urne, persino l’11% in più rispetto al 2019 e anche la crescita del voto per posta del 41%. Il candidato del Psoe, Angel Gabilondo, si era appellato continuamente alla mobilitazione dei militanti preconizzando la sconfitta, ma il Psoe ha subito un tracollo pesantissimo.
Anche Más Madrid, il partito dell’ex sindaca della capitale Manuela Carmena, ha superato in termini di voti Gabilondo e pareggiando il numero dei seggi. I socialisti si sono giustificati ricordando la grave emergenza di Madrid che comunque è in mano ai popolari dal 1995.
Il partito popolare è in ripresa dopo i pessimi risultati in altre due elezioni, quelle basche e catalane, e Casado ritiene che con la vittoria di Ayuso si consuma una “mozione di sfiducia politica nei confronti del “sanchismo”. Adesso crede che il Pp possa riconquistare la Spagna cominciando dal successo di Madrid anche se dovrà chiarire il rapporto con Vox poiché Casado aveva rotto i rapporti con Santiago Abascal il quale aveva presentato nell’ottobre del 2020 una mozione di sfiducia contro Sánchez.
Adesso però il successo della Ayuso consente al Pp di governare soltanto con l’astensione di Vox, che, comunque, intende fare parte della coalizione di centro destra giocando un ruolo fondamentale e decisivo nella politica regionale. La Ayuso ha promosso blande restrizioni durante la pandemia e ha rispettato lo “stile di vita madrileno”.
Infatti, bar e locali sono rimasti aperti con capienza limitata fino alle 23 in cui scattava l’orario del coprifuoco e questa scelta ha portato ad appoggio convinto del settore della ristorazione. In tal senso durante la seconda ondata della pandemia ha proseguito questa strategia entrando sovente in aperto conflitto con il governo centrale.
Tuttavia è stata anche assai criticata perché nei mesi di quest’anno sono arrivati in massa giovani turisti, in particolare francesi, che andavano a Madrid per partecipare alle feste che non erano permesse in patria. “Qui si può andare al cinema, a teatro, a bere qualcosa… alimentare l’anima, cosa che ci manca così tanto. Libertà è anche cambiare partner e non incontrarlo mai più”, ha affermato la vincitrice delle elezioni durante un dibattito televisivo.
La regione madrilena è la seconda per incidenza dei contagi, con 356 casi per 100mila abitanti, e ha avuto più morti di ogni altra, 15mila. Anche in Spagna la “libertà” è stata associata alla politica di apertura delle destre e su cui la Ayuso ha impostato tutta la campagna elettorale che si contrapponeva al “comunismo” di una sinistra che, invece, è diventata rappresentante delle chiusure che inficiava il modus vivendi madrileno.