Katharina Miroslawa e l’omicidio di Carlo Mazza

È la domenica mattina del 9 febbraio 1986 quando a Parma, in una fredda e innevata piazza Matteotti, viene ritrovato dal figlio quindicenne all’interno della propria automobile il cadavere dell’ industriale Carlo Mazza.

All’inizio si pensa a un malore, ma durante l’autopsia vengono notati dal medico legale due fori di proiettile calibro 6.35 sulla testa di Mazza. L’uomo, conosciuto da tutti, amante della bella vita e dei locali, è separato dalla moglie, una donna che continua a chiedersi chi può aver sparato a suo marito e perché.

Tante le domande, che in seguito trovano risposta in una polizza assicurativa stipulata da Mazza a beneficio di una ballerina di origine polacca naturalizzata tedesca, la bellissima Katharina Miroslawa. Carlo e la ragazza avevano una relazione e si erano conosciuti in un locale di Modena, lo Shilling’s, dove Katharina lavorava come ballerina. La polacca aveva un figlio con suo marito Witold Kielbasinski, anch’egli ballerino.

Per gli investigatori non ci sono dubbi, il movente dell’ omicidio sarebbe la polizza assicurativa, specialmente quando la Miroslawa rifiuta i 600 milioni dall’assicurazione al posto del miliardo che le spettava. Katharina viene fermata a Parma come mandante mentre il marito, indicato come esecutore materiale del delitto, viene catturato a Monaco di Baviera. I loro alibi vedono i due fuori dall’Italia al momento dell’omicidio e il processo li scagiona entrambi per insufficienza di prove. È il mese di maggio del 1987.

Durante i successivi processi entrano in scena il greco Dimosthenes Dimopoulos e il fratello di Katharina, accusati di aver percorso la strada Monaco/Parma con un’auto a noleggio per commettere l’omicidio. Tutti vengono condannati, ma la Cassazione annulla la sentenza. Il 30 giugno 1992 la nuova sentenza d’appello resa definitiva dalla Cassazione il 24 febbraio 1993: a Katharina Miroslawa e a suo fratello 21 anni di carcere, al marito Witold 24 anni e assoluzione per il greco. Ma al momento della pronuncia della sentenza si perde ogni traccia della Miroslawa. Il marito viene arrestato dopo 4 mesi. Il 3 febbraio del 2000, sette anni dopo, a Vienna, avviene l’arresto di Katharina Miroslawa, che nel frattempo si è risposata, ha cambiato nome e ha un figlio col suo nuovo compagno. Viene estradata e rinchiusa nel carcere Giudecca a Venezia. Suo marito Witold dirà di essere l’unico colpevole dell’omicidio e di avere ucciso per gelosia e non per denaro. L’ex ballerina in carcere si avvicina alla fede cattolica e finisce di scontare la sua pena il 25 giugno 2013, chiedendo anche una revisione del processo, dichiarandosi innocente durante tutti gli anni di detenzione. Katharina Miroslawa, che ora vive a Vienna col suo nuovo compagno occupandosi di vendita e degustazione di vini, nel 2019 è tornata a Parma per far visita alla tomba del suo ex amante Carlo Mazza.

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