Il primo negazionista del coronavirus è stato Vittorio Sgarbi che, nonostante la sua indubbia cultura e intelligenza, ha sempre rifiutato l’idea che il virus esistesse o meglio fosse poi così pericoloso.
Oggi, a distanza di pochi mesi, vi è un esercito agguerrito e aggressivo di persone che affermano senza pudore che, il virus covid, sia una comune influenza.
Però, arrivati al pronto soccorso, gli infetti dal negazionismo, soffrono proprio come gli altri esseri umani, ma, ciononostante continuano a dire che il Covid non esiste.
Grazie alla testimonianza di Roberta Petrino, medico a capo del Mecau, Medicina e chirurgia d’accettazione e d’urgenza dell’Asl di Vercelli, sappiamo della dura battaglia contro l’invisibile covid che si accompagna anche all’incessante e aspra battaglia contro il virus dell’ignoranza, di cui sono portatori quella pattuglia chiassosa e organizzata del negazionismo che prospera ridondante sui social.
Ai medici capita anche di confrontarsi con pazienti che sono positivi e sofferenti a causa del virus e che continuano a sostenere che comunque non si tratti di Covid. “E’ un atteggiamento che comincia a diffondersi e che interpreta l’intervento medico quasi come una costrizione”. Roberta Petrino spiega il rifiuto che lei e i suoi colleghi devono subire da “negazionisti” che pur avendo contratto il virus si ostinano ancora ad negarne l’esistenza.
“Comprendo che possa esserci una maggiore stanchezza e apprensione da parte della popolazione – dice la dottoressa Petrino –, ma è una sensazione che proviamo anche noi. Al momento, come in tutti gli ospedali, le nostre ferie sono bloccate, il personale non ha la possibilità di prendere un giorno di recupero, ore per assistere un parente o passare il tempo con la famiglia. È evidente che sia una situazione complessa per tutti, e credo che il miglior modo per affrontarla sia collaborare, ciascuno per la propria parte”.
Alla fine lancia un appello accorato e vibrante: “So che posso sembrare ripetitiva, ma invito tutti a rispettare le regole: al momento gli unici accorgimenti che hanno dimostrato di funzionare nel limitare il contagio sono la mascherina, evitare assembramenti, mantenere la distanza e lavarsi frequentemente le mani. Rispettiamo tutti queste norme”.
Forse ha ragione chi sostiene che il “negazionismo” in questa materia medica e scientifica è proprio una forma di demenza psichica.