Aldo Aniasi fece la lotta di liberazione e fu in prima linea nella resistenza militare, all’inizio, tra file del Partito Comunista. Il suo nome di battaglia nella lotta antifascista fu quello di Iso Danali che era l’anagramma imperfetto del suo vero nome e diventò così il più noto e celebre nome di partigiano comandante ISO di cui andò sempre fiero preferendolo anche al suo nome di battesimo.
Da partigiano combatté in Valsesia e, successivamente, in Ossola, diventando comandante della divisione partigiana «Redi». Dopo la fine della Guerra fu capo della piazzaforte di Milano come componente del CLNAI. In tale veste celebrò un matrimonio che poi, al termine del conflitto, fu ritenuto valido e trascritto nei registri dello stato civile, in quanto seppe impersonificare la massima carica civile di Milano in modo impeccabile.
Poi, dopo la guerra, sostituì Ferruccio Parri nel ruolo di presidente della Federazione Italiana Associazioni Partigiane, incarico che mantenne fino alla morte. Nello stesso periodo, cominciò un’intensa e proficua attività politica e al tempo stesso abbandonò il PCI, decidendo di militare nella corrente riformista del PSI, poi nel PSDI. Successivamente, nuovamente nel PSI, dove iniziò una lunga e brillante carriera politica come consigliere comunale di Milano dal 1951.
Fu, quindi, assessore e, a partire dal 1967, sindaco del capoluogo lombardo, guidando così la prima giunta di sinistra dopo quella che fu destituita dai fascisti nel 1922. Durante la sua sindacatura, entrò nel vortice di critiche negli anni di piombo e del terrorismo delle Brigate Rosse poiché fece la proposta di disarmare le forze di Polizia, schierandosi contro la tesi del prefetto Libero Mazza che fu sostenitore della «teoria degli opposti estremismi». Aniasi pensò che quest’ultima idea fosse inutilmente allarmistica e politicamente pericolosa, oltre al fatto che il documento non fosse stato visionato da nessuna autorità locale prima che fosse inviato al Ministro dell’Interno Franco Restivo. Aniasi, invece, si fece carico di appoggiare i Comitati per una Polizia democratica che fu sostanzialmente il nucleo su cui si origino’ il sindacalismo in Polizia e che portarono all’interno del corpo, l’istanza di smilitarizzazione e che culminò con l’approvazione della legge 1º aprile 1981, numero 121.
Fu sindaco della la città fino al 1976, anni in cui la città progredì e si modernizzo’ nelle strutture amministrative e burocratiche, anni in cui si rafforzo’ il socialismo meneghino con la nascita del futuro gruppo dirigente del Psi degli anni ottanta con in testa Bettino Craxi e Claudio Martelli. Dopo venne eletto alla Camera dei deputati e fu confermato per cinque legislature, fino al 1994. Fu anche per 9 anni vicepresidente della Camera.
All’inizio degli anni Ottanta fu per due volte Ministro della sanità, nei governi presieduti da Francesco Cossiga e Arnaldo Forlani. Un suo merito fu l’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale gratuito ed uguale per tutti. Fu quindi Ministro per gli affari regionali nei due governi Spadolini. Quando si sciolse il Partito Socialista aderì al progetto dei Democratici di Sinistra, entrando nella direzione del partito.
Aldo Aniasi fu un grande, prestigioso e autorevole amministratore che ebbe il merito di concretezza e attenzione nella guida di Milano e di una capacità di aggregare consensi e adesioni che ne fecero un personaggio politico super partes apprezzato e stimato da tutti. Ho conosciuto il partigiano ‘ISO’ e ne ho tratto la convinzione di un uomo saggio, carismatico e orgoglioso che si è battuto sempre per l’unità delle forze di sinistra e progressiste.