Di Ginevra Lestingi
La libertà e le vite delle povere donne afghane vengono oppresse e distrutte giorno dopo giorno dalla feroce repressione messa in atto dal governo dei talebani.
Fin da bambine, le donne in Afghanistan si vedono sottrarre diritti umani inviolabili da parte del loro governo.
Dopo il ritorno del governo dei talebani, che si è insediato con il benestare di Washington, le donne in Afghanistan hanno subito una pesante caduta nell’oblio, e chi si era battuta per i diritti del gentil sesso ha subito condanne a morte o pestaggi violenti da parte della macchina estremista e violenta messa in atto dal nuovo governo di Kabul.
Le bambine afghane non ricevono più istruzione, non possono lavorare e non sono neanche libere di girare da sole. Le donne vittime di violenze domestiche non ricevono più protezione e sostegno e diventano vittime dei loro carnefici.
Sono molti i loro incubi, donne e bambine vengono arrestate per minime infrazioni a norme discriminatorie e, dopo che si è insediato il nuovo governo, c’è stato un aumento esponenziale dei matrimoni infantili, precoci e forzati.
Diversi rapporti denunciano arresti, imprigionamenti, torture e sparizioni forzate di donne che prendono parte alle proteste contro le norme oppressive dei talebani.
“A poco meno di un anno dalla presa del potere dei talebani, le loro spietate politiche stanno privando milioni di donne e bambine del diritto a vivere in modo sicuro, libero e prosperoso”, ha dichiarato Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International.
“Considerate nel loro insieme, quelle politiche formano un sistema che discrimina le donne e le bambine in quasi ogni aspetto della loro vita. Ogni azione quotidiana – se andare a scuola, se e come lavorare, se e come uscire di casa – è controllata e fortemente limitata”, ha aggiunto Callamard.
“Questa soffocante repressione aumenta ogni giorno. La comunità internazionale deve pretendere urgentemente che i talebani rispettino i diritti delle donne e delle bambine”, ha sottolineato Callamard.
I governi e le organizzazioni internazionali poco hanno fatto per tutelare le donne afghane e né le Nazioni Unite e né il Consiglio di sicurezza ha attuato una strategia forte e coordinata che convinca i talebani ad apportare cambiamenti drastici.
In tutta l’Afghanistan, dopo l’insediamento avvenuto il 15 agosto del 2021, le donne hanno reagito alla repressione con un’ondata di proteste.
I talebani, per tutta risposta, sono intervenuti con intimidazioni, violenza, arresti arbitrari, sparizioni forzate e torture fisiche e psicologiche.
Le manifestanti vengono tenute in condizioni disumane e non hanno accesso adeguato a cibo, acqua, ventilazione, prodotti igienico-sanitari e cure mediche.
Al fine di essere scarcerate le donne vengono costrette a firmare un documento con cui s’impegnano, e impegnano le loro famiglie, a non prendere ulteriormente parte alle proteste e a non parlare del periodo trascorso in detenzione.
Le nuove leggi perseguono le giovani donne e bambine per infrazioni minori alle loro norme discriminatorie, come quella che vieta di apparire in pubblico senza un mahram, ovvero un tutore di sesso maschile.
Come in Iran, o forse peggio, le donne vengono arrestate per il reato di “corruzione morale”.
Una studentessa universitaria, arrestata nel 2022, ha raccontato ad Amnesty International di essere stata arrestata e poi minacciata e picchiata per aver violato la norma sul mahram:
“Hanno iniziato con le scariche elettriche: sulle spalle, sul volto, sul collo, ovunque. Mi chiamavano prostituta e puttana. Quello che aveva in mano la pistola mi ha urlato ‘Ti ucciderò e nessuno potrà ritrovare il tuo corpo’”.
Diverse sopravvissute alle violenza sono state portate nei centri di correzione. Le donne arrestate per “corruzione morale” vengono sottoposte ad isolamento costante, subiscono pestaggi e altre forme di tortura e sono detenute in condizioni inumane vivendo in celle sovraffollate, con poco accesso al cibo, all’acqua e, nei mesi invernali, al riscaldamento.
Il crimine commesso dall’Occidente in questo casso è assai grave. Dopo aver fatto conoscere alle donne afghane il sapore della libertà e aver fatto sognare loro una società meno maschilista e patriarcale, sono state abbandonate al loro destino subendo, oltre al danno di violenze e uccisioni, la beffa di un sogno infranto da bugie e ipocrisia.