E’ morto all’età di 75 anni Giampiero Galeazzi, una grande colonna del giornalismo sportivo italiano. Aveva una grave forma di diabete, il simpatico “bisteccone” come accettava di farsi chiamare da tutti. La sua personalità e il suo volto rimarranno memorabili nella storia della domenica sportiva con le sue appassionanti telecronache di canottaggio dei trionfi dei fratelli Abbagnale ai giochi olimpici.
Romano purosangue, Galeazzi si era laureato in economia ed è stato un campione italiano proprio del canottaggio, specialità singolo nel 1967, poi nel 1968 conquistò la medaglia di bronzo al valore atletico nella specialità del doppio con Giuliano Spingardi.
Sempre nello stesso anno partecipò alle selezioni per le Olimpiadi di Città del Messico. Galeazzi scelse di svolgere l’attività di giornalista e venne assunto alla Rai nei primi anni ’70, e nelle prime Olimpiadi di Monaco 1972 fece il suo esordio da telecronista proprio alle gare di canottaggio.
Successivamente negli anni, esordì nella Domenica sportiva, Mercoledì sport, 90° minuto. In queste trasmissioni popolari e seguitissime Galeazzi si distinse per la sua umanità e il suo garbo descrivendo gli ultimi fuochi di un calcio che non esiste più quando ancora i giornalisti scendevano in campo ad intervistare i protagonisti delle domeniche.
Splendide per la spontaneità sono le sue interviste a grandi campioni quali Maradona, Platini, Bruno Conti, o ad allenatori vincenti quali Liedholm e Trapattoni.
Ma Bisteccone raggiunse il culmine della sua performance giornalistica durante le telecronache della conquista della medaglia d’oro dei fratelli Giuseppe e Carmine Abbagnale, ai Giochi di Seul nel 1988, e, ancora una volta, durante l’impresa di Antonio Rossi e Beniamino Bonomi, a Sydney 2000; facendo accrescere la passione per questo sport che da quel momento è stato sempre più seguito.
Negli anni ’90 e nel 2000 Galeazzi divenne una star televisiva mostrando il suo forte carisma e una personalità autoironica che con la sua gigantesca figura si metteva alla prova in balletti, canzoni e skecth con la sua amica Mara Venier.
Ha interpretato il ruolo del grande cronista che ha fatto diventare epici i racconti delle gesta di molti campioni. Da ricordare anche la sua grande competenza nel tennis quando fece telecronache importanti di un altro suo grande amico Adriano Panatta.
“La morte di Giampiero Galeazzi è una notizia sconvolgente, mi lascia senza parole”, lo ricorda così in modo commosso Giuseppe Abbagnale, presidente della Federcanottaggio. “Siamo stati con la figlia pochi giorni fa e avevamo parlato di lui, mi aveva lasciato molto felice il fatto che si stava riprendendo, invece arriva questa notizia. Se ne va la voce storica del canottaggio, nonché un amico e un personaggio preparato e coinvolgente”.
Anche Adriano Panatta non nasconde la sua emozione e il suo affetto: “Ricordo che faceva le telecronache quando io ancora giocavo. Quando abbiamo iniziato a farle insieme forse erano meno tecniche e schematiche di quelle di oggi, sicuramente molto più umane, come lo era lui. Mi dispiace tantissimo, sapevo che non stava bene. Eravamo molto amici con Giampiero. Con lui ho solamente bei ricordi, tanto allegri, divertenti. Era un professionista pazzesco, veniva a fare le telecronache preparatissimo, sapeva tutto. Ogni tanto gli facevo qualche scherzo, si avventurava in una disquisizione tecnica, io allora gli facevo no con la testa apposta e lui, bravissimo, cambiava subito versione. Io poi gli dicevo che scherzavo, ed era molto divertente questa cosa”.
La Sottosegretaria allo sport, Valentina Vezzali, ha dichiarato su un social: “Ciao Giampiero! Grazie per aver vissuto lo sport da atleta prima e da giornalista poi. Alla tua voce, carica di entusiasmo e passione, sono legati i ricordi di tante emozioni azzurre. Sono certa che stasera anche lo Stadio Olimpico saprà ricordarti per come meriti”.
Commossa e addolorata è Mara Venier: “Se ne va un pezzo della mia vita, un fratello”.
Anche la squadra di calcio della Lazio di cui Galeazzi era tifoso ne descrive la sua umanità e il suo talento con una dichiarazione del presidente Lotito: “Una figura legata indissolubilmente allo sport italiano: prima da atleta vittorioso, poi da commentatore passionale e da giornalista acuto e competente. La fede laziale di Giampiero era nota a tutti, ma mai è stata fuori dalle righe. In una recente intervista alla Rai, stanco ma mai arreso alla malattia, disse una frase semplice e straordinaria: ‘Sotto lo stesso cielo, sotto la stessa bandiera. Forza Lazio’. In quel cielo brilla una stella in più”.