Una nobile figura del socialismo italiano fu senza dubbio Achille Corona che si contraddistinse nel solco di una consolidata tradizione divenendo avvocato e giornalista.
Cominciò l’impegno politico giovanissimo quando si fece notare per la critica rivolta al regime fascista, schierandosi contro le guerre coloniali e naturalmente contro le leggi liberticide. Si avvicinò agli ambienti antifascisti che svolsero una clandestina attività di propaganda, sfidando il regime e subendo fermi ed arresti.
Nel 1940 l’Italia entrò in guerra a fianco della Germania di Hitler e, così, Corona manifestò in modo più marcato il proprio dissenso politico, schierandosi già nel 1943 apertamente coi socialisti.
Il 26 luglio dello stesso anno, subito dopo l’arresto di Mussolini, insieme a numerosi personalità di oppositori al fascismo tra cui Tullio Vecchietti, stampò, in piena occupazione nazifascista di Roma, il primo numero clandestino dell’Avanti!. Fu, quindi, nominato redattore capo del giornale socialista e per questa attività venne arrestato e rinchiuso nelle carceri di Regina Coeli.
Uscì dal carcere dopo la liberazione di Roma da parte degli Alleati, partecipò, in tal modo alla costituzione, del Movimento di Unità Proletaria, una formazione quasi interamente di giovani, tra cui vi erano Leo Solari, Giuliano Vassalli, Tullio Vecchietti, che si propose un rinnovamento profondo del Partito socialista alla luce dell’esperienza fatta soprattutto nel primo dopoguerra dal vecchio PSI e dal PSU. Nel ’45 il gruppo ritenne matura la situazione per fondersi col PSI, e nacque così il PSIUP, (Partito Socialista di Unità Proletaria), che serbò l’idea di guidare le forze progressiste nella ormai prossima battaglia per una Italia, repubblicana, democratica e libera.
Corona si espresse in modo netto sulla posizione del partito nell’ambito nazionale e sostenne il proposito dei due partiti della sinistra nell’azione, ma respinse l’idea della loro fusione in un partito unico che avrebbe cancellato la specificità socialista. Si impegnò sino allo spasimo nella propaganda per le elezioni amministrative e subito dopo per il Referendum istituzionale sulla scelta tra Monarchia e Repubblica.
Ma le divisioni all’interno del Partito tra “autonomisti” e “unitari” continuò e si produsse l’ennesima scissione con la nascita del PSLI. Corona si mostrò contrariato e fu cosciente del fatto che ogni lacerazione produsse soltanto un indebolimento dell’azione dei socialisti.
Nel 1945 si distinse come uno dei fondatori di Unità Proletaria, che, poco dopo, fece confluire all’interno del Partito Socialista Italiano, di cui divenne in breve tempo uno dei più noti e importanti dirigenti nazionale.
Nell’ aprile del ’48, Corona, dopo la costituzione del Fronte Democratico Popolare per la convergenza di PCI, PSI e Indipendenti, fu candidato alla Camera nelle Marche e risultò tra gli eletti. Entrò nella nuova Direzione del partito, dimostrando di essere un grande dirigente e reggendo l’Ufficio Enti locali e successivamente l’Ufficio Internazionale. Dal ’51 fu responsabile dell’Ufficio stampa e propaganda e l’Ufficio per i rapporti con i gruppi parlamentari, divenendo uno dei più stimati e apprezzati dirigenti socialisti a livello nazionale.
Nel 1956 fu ad Helsinki al Congresso dei partigiani della pace insieme a Lombardi e Fogliaresi ed espresse il disimpegno dei socialisti da un organizzazione internazionale che non si distanziò mai nei confronti della politica sovietica. Nelle file del PSI confermò il suo seggio alla Camera nel 1953, nel 1958, nel 1963 e nel 1968. In quegli anni fu anche consigliere comunale dal 1951 al 1958 e venne nominato anche assessore al turismo del comune di Pesaro.
Poi nel 1972 approdò a Palazzo Madama e divenendo senatore, carica elettiva che mantenne fino alla morte.
Fece parte del primo ,secondo e terzo governo Moro nella qualità di Ministro del Turismo e dello Spettacolo e in questa permanenza nell’Esecutivo si adoperò a favore degli enti lirici e delle attività musicali firmando una legge fondamentale (800/67) che sostenne attività artistiche, soprattutto appunto nel mondo del teatro e di quello lirico lasciando un segno indelebile della sua attività.
Occupò il dicastero dell’Ambiente nel quarto governo di Mariano Rumor, che venne varato nel 1973. Nei settori in cui operò incise fortemente e tutto il mondo politico gli riconobbe una grande preparazione e competenza.
Corona fu a lungo a fianco di Francesco De Martino, fu vi-segretario con Pietro Nenni e poi segretario, ne condivise le idee e ne sostenne convintamente l’azione. Dopo il Midas, quando si costituì una nuova maggioranza all’interno del Partito e Bettino Craxi assunse la segreteria, egli lasciò gradualmente l’impegno politico nel Partito. Morì a Roma ad appena sessantacinquenne nel novembre 1979.