Di Eugenio Magnoli
Il 18 gennaio 1919, a Parigi, in Francia, alcune delle persone più potenti del mondo si incontrano per iniziare le lunghe e complicate trattative che segneranno ufficialmente la fine della prima guerra mondiale.
I leader delle potenze alleate vittoriose – Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti e Italia – avrebbero preso la maggior parte delle decisioni cruciali a Parigi nei prossimi sei mesi.
Per la maggior parte della conferenza, il presidente degli Stati Uniti Woodrow Wilson ha lottato per sostenere la sua idea di “pace senza vittoria” e assicurarsi che la Germania, il leader delle potenze centrali e il principale perdente della guerra, non fosse trattata troppo duramente.
D’altra parte, i primi ministri Georges Clemenceau della Francia e David Lloyd George della Gran Bretagna hanno sostenuto che punire adeguatamente la Germania e garantire la sua debolezza era l’unico modo per giustificare gli immensi costi della guerra.
Alla fine, Wilson ha compromesso il trattamento della Germania per portare avanti la creazione del suo progetto preferito, un’organizzazione internazionale di mantenimento della pace chiamata Società delle Nazioni.
I rappresentanti della Germania furono esclusi dalla conferenza di pace fino a maggio, quando arrivarono a Parigi e gli fu presentata una bozza del Trattato di Versailles.
Avendo riposto grande fiducia nelle promesse di Wilson, i tedeschi erano profondamente frustrati e disillusi dal trattato, che richiedeva loro di rinunciare a una grande quantità di territorio e di pagare risarcimenti.
Peggio ancora, il famigerato articolo 231 costrinse la Germania ad accettare la sola colpa della guerra. Questa era una pillola amara che molti tedeschi non potevano ingoiare.
Il Trattato di Versailles fu firmato il 28 giugno 1919, cinque anni dopo che il proiettile di un nazionalista serbo pose fine alla vita dell’arciduca austriaco Francesco Ferdinando e scatenò l’inizio della prima guerra mondiale.
Nei decenni a venire, la rabbia e il risentimento dei trattati e dei suoi autori aumentarono in Germania. Estremisti come il Partito Nazista di Adolf Hitler sfruttarono queste emozioni per ottenere il potere, un processo che portò quasi direttamente all’esatta cosa che Wilson e gli altri negoziatori a Parigi nel 1919 avevano voluto prevenire: una seconda guerra globale altrettanto devastante e sicuramente peggiore.w